Ricollocazione, novità più interessanti della rivoluzione voluta dal governo con il Jobs Act.

by Professionistimpresa
7 anni ago
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Arriva il grande debutto delle politiche attive del lavoro. Per novembre prossimo è prevista infatti la prima,
vera sperimentazione dell’istituto della ricollocazione, tra le novità più interessanti della rivoluzione voluta
dal governo con il Jobs Act. Riguarderà un campione di 10mila persone – scelte tra quante aderiranno
volontariamente alla proposta di assegno – rappresentativo dell’universo dei potenziali utenti della misura.

Persone in cerca di occupazione con determinate caratteristiche riceveranno pertanto un “bonus” per
accedere a servizi finalizzati al reinserimento nel mondo del lavoro. Bonus che sarà modulato a seconda del
diverso grado di “occupabilità” del singolo fruitore, tenuto conto anche delle condizioni di contesto, come
per esempio le coordinate geografiche. L’utente potrà scegliere se rivolgersi a un operatore pubblico (i centri
per l’impiego) o privato (le agenzie per il lavoro).

Le premialità in termini di benefici economici per gli operatori saranno principalmente ancorate al
raggiungimento del risultato finale (la ricollocazione) e modulate anche a seconda della tipologia di contratto
(sia esso un tirocinio o un vero e proprio contratto di lavoro dipendente) nonché della sua durata (dal
rapporto di sei mesi a quello a tempo indeterminato). Una sfida cui il settore delle agenzie per il lavoro
guarda con grande attenzione. «La ricollocazione – spiega Stefano Colli Lanzi, ad di Gi Group e
vicepresidente di Assolavoro con delega alle Politiche attive – offre l’opportunità di cambiare radicalmente il
paradigma attuale, con il definitivo passaggio da politiche passive a politiche attive per il lavoro.

In questa fase, al di là da alcuni aspetti tecnici, ci sono almeno tre punti chiave da tenere in conto per favorire il
percorso». Tre punti da cui, secondo il punto di vista degli operatorio di settore, potrebbe dipendere il
successo dell’intero progetto. «Il primo – sottolinea Colli Lanzi – riguarda la condivisione dei dati, dai centri
per l’impiego agli operatori privati, senza limiti che possano inficiare l’efficacia dei servizi messi in campo.

La seconda attiene alla necessità di rendere automatico e senza costi aggiuntivi l’accreditamento sul piano
regionale delle agenzie per il lavoro di tipo generalista già iscritte nell’albo del ministero del Lavoro». Il tutto
senza perdere di vista la “qualità” del percorso compiuto. «Infine – conclude infatti Colli Lanzi – occorre da
subito un sistema di monitoraggio per avere piena contezza dei risultati che si raggiungono, area per area, e
una cabina di regia con il coinvolgimento degli operatori privati, attraverso la propria rappresentanza
associativa, ovvero Assolavoro».

 

Fonte: Il Sole 24 Ore

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